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Sicurezza domestica: tossicità e comportamento al fuoco PVC

Negli ultimi dieci anni si è accesa una disputa non troppo animata sui rischi legati al PVC. Non troppo animata perché c’è chi ancora si ostina a credere che il cloruro di polivinile sia un materiale sicuro, che non danneggia la natura e l’ambiente. Nonostante anni di battaglie e prove inconfutabili sui danni ambientali arrecati dal PVC, questo materiale plastico è ancora impiegato nei più disparati settori.

Si parla di bottiglie, contenitori per alimenti, infissi e serramenti, pavimenti, rivestimenti esterni dei cavi e tanti altri oggetti prodotti con cloruro di polivinile, per un totale di 18 milioni di tonnellate all’anno (un dato risalente a dieci anni fa!). I problemi ambientali e per la salute partono proprio dal monomero di partenza: il vinicloruro o cloruro di vinile (CVM), ovvero, un gas tossico, cancerogeno e altamente infiammabile.

In questo articolo si parlerà delle caratteristiche degli infissi in PVC e faremo un riassunto sulle classi di reazione al fuoco.

Resistenza al calore del PVC

Per parlare delle caratteristiche degli infissi in PVC è necessario partire dalla sua formulazione. Il PVC è un polimero, che per molti anni è stato considerato un materiale stabile in tutti gli ambienti. In realtà, certi polimeri sono soggetti a degrado, se non vengono aggiunti degli additivi che ne prolungano la vita e lo proteggono dagli incendi. Tuttavia, anche con questi accorgimenti, a lungo andare il PVC subisce delle alterazioni nella struttura molecolare e nelle proprietà. Così tanto da rendere tali materiali plastici del tutto inutilizzabili.

Per prima cosa, i polimeri sono molto più sensibili alle alte temperature rispetto agli altri materiali da costruzione. All’aumentare della temperatura i legami interni diventano più deboli e, così, il polimero diventa flessibile fino a raggiungere lo stato liquido. Dopo la degradazione termica si ha la combustione, che viene alimentata dai gas volatili sviluppati. Questi ultimi bruciano ed emettono altro calore. Per evitare che vengano emessi gas tossici, vengono aggiunti additivi che ritardano la combustione del PVC, poiché tali gas e fumi sono tossici per la salute.

In sostanza, il PVC puro non rende gli infissi resistenti al fuoco. Per fare ciò, viene aggiunto un additivo, uno tra tutti il dietilesilftalato (DEHP). Ad oggi si ritiene che danneggi lo sviluppo, la riproduzione e la crescita. In altre parole, interferisce nelle funzioni endocriniche, nel sistema nervoso e in quello immunitario.

Reazione al fuoco del PVC

I materiali da costruzione sono soggetti all’azione del fuoco e, pertanto, vengono analizzati in fase progettuale dal punto di vista del comportamento al fuoco. In questo ambito sono fondamentali le nozioni di resistenza al fuoco e reazione al fuoco. Come sappiamo, la resistenza al fuoco di un materiale è la sua attitudine a conservare la sua stabilità, tenuta e isolamento termico in un dato periodo. Mentre, per reazione al fuoco si intende l’attitudine di un materiale a contribuire ad alimentare il fuoco.

La resistenza al fuoco di edifici o parti di essi è stabilita sulla base della durata dell’incendio e il carico di fuoco. La reazione al fuoco riguarda principalmente i materiali di finitura, il rivestimento e l’arredamento, compresi infissi e serramenti. I parametri utilizzati per determinare le classi di reazione al fuoco sono quattro: il tempo di post-combustione e quello di post-incandescenza, la zona danneggiata e il gocciolamento. Sulla base di questi paramenti si identificano 6 classi di reazione al fuoco da 0 (materiali incombustibili) a 5 (materiale altamente infiammabile).

Caratteristiche infissi PVC

Per la realizzazione di infissi in PVC vengono aggiunti degli additivi, per la maggior parte plastificanti, che peggiorano la resistenza al fuoco del polivinilcloruro. Come già affermato gli additivi cambiano le caratteristiche infissi PVC, che risulta per certi versi autoestinguente. L’aspetto preoccupante, però, resta la produzione di gas tossici durante la combustione di questo materiale, delle diossine e dell’acido cloridico. Per tale ragione, in Europa si sta cercando di diminuire la produzione e l’uso del PVC. In Germania, Svizzera, Norvegia e Austria, ad esempio, si sta vietando l’uso del pvc per realizzare serramenti e anche per altri scopi.

Dal punto di vista del riciclo del PVC subentrano ulteriori problemi. Risulta, infatti, un materiale difficile da smaltire e da riutilizzare. Da un lato, per via della sua formulazione eterogenea e dall’altro perché il PVC riciclato è meno stabile rispetto a quello puro. I problemi legati al polivinilcloruro devono, perciò, essere risolti alla radice: riducendo le migliaia di tonnellate prodotte all’anno. 80 mila, per la precisione, solo in Italia.