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Antonio Monestiroli racconta il progetto del Planetario di Cosenza

Il planetario di Cosenza è il più grande d’Italia, una modernissima struttura seconda soltanto a quello di Milano. Twin Systems ha contribuito alla realizzazione del Planetario con il profilo EW500 impiegato per la realizzazione della seconda pelle della struttura in acciaio. Il progetto è firmato dallo Studio Monestiroli Architetti Associati ed oggi abbiamo il piacere di intervistare Antonio Monestiroli, architetto e docente alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.

Antonio Monestiroli ci racconta il “suo” Planetario di Cosenza

A primo impatto il suo progetto ricorda il Cenotafio di Newton di Étienne-Louis Boullée. La composizione del progetto quanto risente delle influenze delle grandi architetture del passato?

Ogni qual volta si affronta un nuovo progetto di architettura, avere i riferimenti con i quali confrontarsi, nelle architetture antiche e moderne, è di grande importanza. Nel caso specifico del Planetario non vi è alcuna analogia con il Cenotafio di Boullée. Nel progetto del Planetario la forma della cupola è risultata necessaria per il funzionamento stesso dell’edificio. Il Planetario è una grande sala che deve avere una copertura voltata a cupola per poter riprodurre realisticamente la volta celeste.

Un luogo dentro a una cupola, una tipologia carica di storia e fortemente evocativa, che nel planetario assume una forma tecnica, da adottare come è stabilito dal sistema di proiezione delle immagini su uno schermo ricurvo.

Abbiamo pensato che fosse possibile andare oltre questa contraddizione togliendo alla cupola ogni inflessione monumentale senza rinunciare a segnalarne la presenza, dunque senza nasconderla, ma legandola strettamente al museo della scienza, addirittura facendone un elemento del museo. Nel nostro progetto la cupola è quasi totalmente contenuta nel museo. È rivolta all’esterno solo dalla parte dell’ingresso posto sull’asse di simmetria dell’edificio.

Il palazzo dei congressi di Massimiliano Fuksas molto spesso è definito come una grande teca contenente un oggetto “funzionante”. Si potrebbe parlare di parallelismo con questo progetto? In caso contrario, per cosa si differenzia il progetto del Museo delle Scienze?

Non sono d’accordo con il parallelismo con il Palazzo dei congressi di Fuksas. Nel nostro caso l’edificio non è una teca. Si tratta invece di uno spazio costruito da una struttura in acciaio chiusa al suo interno  da una grande parete vetrata e dunque trasparente.

La presenza visibile della struttura in acciaio conferisce il carattere civile all’edificio. All’interno di questa si distribuisce lo spazio museale, uno  spazio luminoso, in contrasto con il buio della sala delle proiezioni, uno spazio dove sono disposti gli strumenti necessari alla spiegazione dei fenomeni astronomici. Fra questi vi sono anche i modelli dei pianeti del nostro sistema solare. In fondo, la cupola, può essere considerata uno di questi.

Nell’atto compositivo quanto ha influenzato la scelta dell’alluminio per la realizzazione dell’involucro trasparente?

La scelta dell’alluminio è stata fondamentale e a lungo studiata. La scelta di dividere in quattro parti ciascun serramento è stata fatta per sottolineare il ruolo di recinto affidata a questo elemento.

Come valuta il prodotto Twinsystems scelto nel rispetto dell’estetica finale del progetto realizzato?

Il prodotto che abbiamo scelto l’EW500 si è rivelato estremamente duttile alle nostre necessità. La sua flessibilità dimensionale e la sua facilità di assemblaggio ha risolto molti punti delicati del progetto.

È soddisfatto del supporto ricevuto dagli interlocutori? Nel futuro ci sono progetti anche di differente scala dove pensa che si avvarrà della collaborazione di Twin Systems?

Abbiamo collaborato con i fornitori dei serramenti in maniera continua e proficua. Abbiamo apprezzato la grande disponibilità da parte loro di adattare il prodotto alle nostre esigenze. Sicuramente speriamo di poter utilizzare ancora questo sistema di serramento.

L’intervista è stata pubblicata da Twin Systems sul suo sito ufficiale.