L’ossidazione anodica dura è un trattamento galvanico eseguito sull’alluminio, ampiamente utilizzato in diversi settori. Le applicazioni interessate sono funzionali ma anche decorative, poiché il processo di ossidazione dell’alluminio rende il metallo performante ed esteticamente migliore.
In questo articolo parleremo in modo specifico di un tipo di ossidazione anodica ovvero l’ossidazione anodica dura, detta anche anodizzazione dura o anodizzazione dura a spessore, e di quali sono le differenze rispetto all’ossidazione anodica tradizionale.
Iniziamo quindi col vedere insieme in cosa consiste il processo di ossidazione anodica dura e quali sono gli utilizzi.
Ossidazione anodica dura: processo e lavorazione dell’alluminio
L’ossidazione anodica dura è un trattamento superficiale dell’alluminio che trasforma la superficie della lega metallica andando a modificare la sua struttura molecolare. Ciò significa che, durante il processo elettrolitico a cui viene sottoposto, si forma una patina di ossido. Questa patina, in parte, attecchisce al di sotto della superficie e, in parte, si sviluppa al di sopra di essa.
Come abbiamo visto in un precedente approfondimento, il processo di ossidazione anodica inizia con l’immersione del metallo in un bagno acido in cui viene fatta passare della corrente. L’ossidazione anodica dura si caratterizza proprio per l’elevata densità di corrente e la riduzione delle temperature del bagno di ossidazione.
Questi accorgimenti comportano una maggiore livello di durezza ossidazione anodica dura, il che si riflette sulle proprietà meccaniche e fisiche del manufatto. Infatti, con questo tipo di anodizzazione si otterrà, ad esempio, un profilato molto resistente all’abrasione e all’usura.
Anodizzazione dura nera: un particolare tipo di ossidazione anodica dura
Il processo di lavorazione dell’ossidazione anodica dura è quindi uguale a quellodell’anodizzazione standard. Tuttavia, come anticipato, ci sono degli accorgimenti particolari a cui tenere fede per realizzare questo tipo di trattamento. Infatti, combinando temperature e densità dell’elettricità diverse si ottiene uno strato di ossido di alluminio differente.
In questo caso, si ottiene uno spessore di ossido compreso tra i 40 e 60 micron al quale corrisponde un’elevata durezza e resistenza della superficie metallica. Inoltre, il manufatto così trattato, denota un’importante resistenza chimica agli idrocarburi, così come alle soluzioni saline, ad esempio l’acqua di mare.
La durezza e la resistenza dello spessore dipendono, inoltre, dalla lega utilizzata, che influirà anche sull’aspetto estetico del manufatto.
Che cos’è quindi l’ossidazione anodica dura nera? Non si tratta d’altro che dell’anodizzazione dura vera e propria che prende questo nome poiché la colorazione che ti ottiene è molto scura. Infatti, per uniformare l’aspetto cromatico, si effettua una pigmentazione nera.
Differenze tra anodizzazione dura e tradizionale
La norma UNI ossidazione anodica 10681:2010 illustra ampiamente requisiti e trattamento superficiale dell’alluminio. Nello specifico, quella dura fa riferimento alla norma UNI 7796:1997.
Sostanzialmente, le differenze tra anodizzazione dura e anodizzazione tradizionale riguardano:
- Spesso, durezza e composizione dell’ossido.
- Aspetto estetico.
Vediamo meglio il confronto tra i due processi sintetizzato in questa tabella:
Caratteristiche | Ossidazione solforica | Ossidazione dura |
Range dello strato di anodizzazione | 8-25µ | 20-80µ |
Incremento durezza superficiale | Moderato | Elevato |
Resistenza a usura | Discreta | Elevata |
Resistenza a abrasione | Buona | Buona |
Colore ossido (senza colorazione aggiuntiva) | Da incolore a grigio-giallastro | Da grigio chiaro a marrone/nero |
Perdita di resistenza alla fatica | Media | Alta (30-60%) |
La tabella completa è consultabile al seguente link.
Anodizzazione dura alluminio: settori di utilizzo
L’anodizzazione dura a spessore trova diverse applicazioni in molteplici ambiti, compresi quelli dell’industria alimentare. Infatti, lo troviamo in campo tessile, automobilistico, meccanico, militare e nautico.
Questo trattamento, inoltre, è utilizzato per la lavorazione di leghe metalliche destinate alla produzione di profilati con i quali saranno poi realizzati diversi elementi per rifinitura di edifici residenziali e commerciali, quali finestre, persiane, pannelli per porte interne, portoncini e porte blindate, pergole e tettoie in alluminio, ringhiere e balconi.